Ho passato le sere dell’ultima settimana stesa su un prato a guardar passare gli aerei, assaporando il contatto con la terra fresca e umida della sera, resistendo alle zanzare che cominciavano a dare segni di risveglio. Ho mangiato – più del dovuto; ho dormito – solo nella seconda parte della notte; ho vuotato la mente dai pensieri assillanti e impellenti. Ma non erano vacanze, anche se ho cercato di farle assomigliare a un momento di riposo. Ora, nonostante la pausa, mi sento affaticata e carica di pensieri: lavori da chiudere, ordine da fare, mente che divaga.

Con domani si chiude la porta: la riaprirò solamente dopo ferragosto.

Stacco forzato e richiesto, ma in fondo gradito.

Mi colpisce la profonda necessità di verde e fresco. Sogno prati verdi, bevo acqua e menta, se mi dicono "Chiudi gli occhi" immagino istantaneamente una distesa di trifoglio. Ci sarà un significato in tutto ciò?

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