non di domenica, lo so...

Ma insomma, stanotte ho sognato. E ho sognato tanto, forse perchè ho dormito tanto. Bisogna che io prenda nota.

Primo sogno
Ambientazione: in cammino verso un posto - tipo un monastero o simili. Cittadina medievale a stradine, di collina... immaginate Assisi o posti del genere. Ma anche la stradina per arrivare a Trinità dei monti, a Roma.
Per giungere a destinazione scelgo di prendere un bus e chiedo all'autista, che mi consiglia di scendere alla tal fermata, in corrispondenza del santuario, poi di percorrere la stradina in discesa (quella con l'acciottolato) e di voltare a sinistra alla seconda. Avrei di certo riconosciuto il portone.

Eseguo i suggerimenti e mi trovo in una casa antica, a più piani.
Ritengo, in base a una radicata convinzione, che il 'mio' monastero sia al secondo piano e comincio a salire. Al primo trovo invece un enorme cartello molto 'luminoso' (ma non illuminato, solo luminoso) nell'androne buio. Il cartello dice E' COLPA TUA .
Ah, andiam bene.
Arrivo al secondo piano e trovo un'amica fiorentina (L.!!) che con suo padre (mai conosciuto, e nel mio sogno vagamente somigliante a Donald Sutherland!!) mi aiuta indicandomi la strada sulla cartina e insistendo sul fatto che dovrò rifare tutta la strada in salita, e poi prendere un'altra via in discesa per arrivare dove voglio.
Provo inutilmente a suggerire una scorciatoia, loro insistono che non ce ne sono (nonostante si vedano sulla cartina).
fine primo sogno

Secondo sogno
Ambientazione realistica, ma amplificata - la casa dove vive la nonna ora. Non ci sono i due domestici 'soliti' ma un numero imprecisato di persone di servizio, tutte affabili e gradevoli, che girano.
La casa è affollata da un gruppo di amici (anche amici miei) ma non piena, la gente gira ... forse una decina di persone? ho la sensazione di non essere da sola.
Vediamo domestici e persone che girano e si affannano in giardino: qualcuno si premura di farci sapere che la padrona di casa (nella realtà, la cugina medico) con suo marito Danilo (nella realtà, ristoratore) ha organizzato una cena per celiaci, invitando un centinaio di persone da tutta Italia.
C'è una scala, come quella di Bose, che porta alle cucine dal fondo del giardino.
Mi affaccio su quella scala, sta arrivando una cameriera con un piatto di antipasti a forma di bignole: ne 'rubo' uno e lei mi informa di questa cena per celiaci (vuole farmi sapere, gentilmente, che la bignola potrebbe avere un sapore insolito).
Torno in salone e mentre salgo mi ferma E. , ragazza celiaca del posto dove vivo, entusiasta di avermi incontrata.
Chiacchieriamo e la accompagno da mia nonna per le presentazioni di rito.

Nonna è di sotto, ma io non lo so ancora: quindi cerco di salire le scale per andare a chiamarla. Le scale, di 'muro bianco' (nella realtà gli scalini sono piastrellati in cotto) non consentono più l'ingresso al piano superiore.
Sono come slittate di fianco e impediscono il passaggio.
Ci si può solo affacciare.
Una scala che non porta da nessuna parte, insomma.

Deduco che nonna sia di sotto, scendo e la trovo seduta a chiacchierare.
E' mia nonna, ma nella versione giovanile, degli ottant'anni (nella realtà ne ha 99).
Presentazioni fatte, nonna garbata e cortese come sempre.
Il sogno finisce con mia nonna che indica, conversando, alcune piantine in vaso dentro il salone: sono belle, aggraziate e incredibilmente in boccio - o appena fiorite.
Mentre io noto quello, sento una voce di sottofondo (forse la moglie di Marco) di critica nei confronti di Marco (nella realtà, il marito della seconda padrona di casa - la casa appartiene a due sorelle), appunto, che "compra sempre queste piantine formato ridotto. Ma non si rende conto che questa enorme casa ha bisogno di piante più grandi e maestose??"
fine secondo sogno

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