della divisione in classi

Succede, in questo nostro paese bisastrato e sempre meno dignitoso, che ci siano dei segnali inequivocabili di come la società stia cambiando. In peggio.
Il treno ne è lo specchio. Donne e uomini firmati dalla testa ai piedi, truccati di tutto punto e con il naso che viaggia sul primo strato disponibile di nuvole non potranno che accomodarsi in prima classe, stizziti dell'aver sbagliato lato e di doversi rifare a piedi tutto il binario per arrivare alle agognate prime carrozze. Come una vecchia nobiltà arroccata di privilegi. Ma qui l'unico privilegio è quello del soldo, che non compra lo stile nè l'educazione, ma solo l'ostentazione di sè, sempre e comunque.
La variopinta seconda invece accoglie di tutto un po': uomini griffati ma più sciolti, giovani con lo zaino, accaniti e pelati lettori de Il fatto quotidiano, cravatte e ipod equamente distribuiti, pc che convivono con romanzi d'amore e barbe, occhiali, colori, trucchi e parrucchi.
La scelta aziendale ci porta, da qualche tempo, a viaggiare sempre in seconda classe se possibile. Mi piace, far parte della variopinta umanità che - credo - cambia le sorti del mondo.

Purchè non dormiamo nel tragitto...

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