intervallo - o dei sogni
nell'intervallo tra un impegno e l'altro, ho sognato.
ancora.
stamattina o forse era stanotte, non lo so.
Un sogno di bivi e di strade da scegliere e di solitudine e di baci raccolti per strada, ma la strada non li comprendeva comunque.
ancora.
stamattina o forse era stanotte, non lo so.
Un sogno di bivi e di strade da scegliere e di solitudine e di baci raccolti per strada, ma la strada non li comprendeva comunque.
Mi trovavo alle terme – non so quali, non so dove. Una
giornata – serata di relax. Non ero sola (o non mi sentivo tale) ma uscendo
sapevo che sarei dovuta rientrare da sola e che non ero abbastanza attrezzata.
Trovo bicicletta e pantaloni tecnici (tipo thinkpink, per intenderci) e so che
sono entrambi di Andrea: li prendo perché sono convinta che a lui in questo
momento non servano e che lui capirà, perché capirà lo so. Comincio la mia
discesa dalla cima della montagna – o dal paesino in mezzo al bosco, non
ricordo. Arrivo a un sentiero dove trovo una comitiva: tra i partecipanti alla
camminata / passeggiata c’è anche Andrea, che mi saluta contento, e poi guarda
i pantaloni e mi dice”ah, si li ho riconosciuti ma hai fatto bene a prenderli:
a te servono e a me adesso no. Usali pure”. Non un cenno sulla bicicletta, che
lascio appoggiata sulla recinzione di bordo strada (sembra un sentiero che
porta a una malga… e in effetti la comitiva si ferma a mangiare e io mi
aggrego).
Mangiamo (evento irrilevante, nel sogno: quindi saltato a
piè pari) e poi arrivano due uomini molto molto belli, che vengono riconosciuti da
tutti come personaggi famosi (io non ho idea di chi siano).
Uno dei due si
interessa a me e mi accompagna fuori dalla casa agriturismo labirinto, per
evitare che io mi perda. Ma non è forse una gran guida. Infatti per riuscire ad
uscire dobbiamo passare dalla cucina, casa di campagna quindi in cucina
troviamo i nonni di casa, marito e moglie, che giocano a carte, ci sorridono e
ci fanno passare dal retro. Il dalmata di casa ci fa le feste, e abbaia, e mi
salta in braccio. Ma lo convinco a lasciarmi andare, non mi posso fermare. Il
bellissimo mi bacia, e ognuno va per la sua strada: io riprendo la bici di
Andrea, anche se ho qualche momento di perplessità perché mi accorgo di non
sapere che faccia abbia quella bicicletta, e di non essere sicura di aver preso
la bici giusta. Ma vabbè, prendo la bici e vado giù per il sentiero,
recuperando la comitiva ma scegliendo strade diverse dalle loro per tornare a
casa – loro sono a piedi e io in bicicletta, non posso passare dalle
scorciatoie ma cerco di non perderli mai di vista.In fondo non sono preoccupata, solo un po' perplessa. Ma la strada - sentiero grande di montagna - è bella, e io devo rassegnarmi a fare tutte le curve senza saltarne nemmeno una e tenendo le mani sui freni.
Il sogno si chiude con me che passo in bici in mezzo a un
torrente di acqua cristallina e veloce, espansa un po’ ovunque, a rivoletti
limpidi…e mi piace molto passare in mezzo a quell'acqua.
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